Immigrazione: la moderazione di Bardi e il caso politico di Fratelli d’Italia
L’immigrazione spacca il centro destra lucano. Cui prodest?
I parlamentari di Fratelli d’Italia, invece di accendere polemiche evitabili, dovrebbero valutare oggettivamente la grande ondata di sbarchi e rispondere su quelli, senza nascondersi dietro il dito dell’emergenza. Sono loro ad avere il nervo scoperto, che rischia peraltro di aprire varchi ad una nuova destra, non Bardi.
Per la cultura della destra, infatti, l’immigrazione è un tema dirimente che esige risposte. Ai cittadini bisogna spiegare per quale ragione dal primo gennaio a Ferragosto, secondo i dati del Viminale, sono sbarcati nel nostro Paese oltre 100 mila persone: un aumento del 107% rispetto ai 49 mila dello scorso anno. E bisogna spiegare perchè gli sbarchi dei migranti continuano alla rinfusa, anche dopo gli accordi del 16 luglio con la Tunisia (costati 100 milioni agli italiani).
E’ vero che la politica è una scienza talvolta astratta e spesso indefinibile, ma anche in politica le bugie hanno le gambe corte. Alla fine, la verità trionfa e spesso il sapore è decisamente amaro.
Per rendere dolce il sapore di numeri amari, in Basilicata assistiamo da qualche settimana ad un comportamento autolesivo che non giova al centro destra, ma serve solo a rianimare il centro sinistra da un coma profondo.
Prima l’attacco a Bardi sulla gestione della sanità adesso sui migranti. Difficile ritenere che i parlamentari di Fratelli d’Italia l’abbiano fatto senza rendersi conto che le loro uscite sarebbero state lette come una sconfessione dell’operato del governatore.
Cosa avrebbe detto Bardi sui migranti nelle sue interviste sul Corriere, Messaggero e Gazzetta del Mezzogiorno?
Preoccupato di un afflusso massiccio nei nostri piccoli comuni e di un conseguente allarme sociale, a causa di un cambiamento dei criteri di ripartizione dei migranti deciso dal Viminale, Bardi ha comunque detto che noi faremo la nostra parte di fronte all’emergenza, ma da soli facciamo fatica ad accogliere migliaia di migranti. Ed ha evidenziato la necessità di valutare un percorso logico, una sostenibilità sociale e una prospettiva di lungo termine. Come del resto hanno dichiarato altri governatori regionali e come stanno dichiarando in queste ore i sindaci, in grosse difficoltà finanziarie ad accogliere 22 mila minori non accompagnati.
Cosa hanno insinuato i parlamentari lucani?
Che Bardi, a marzo e ad aprile, non ha manifestato problemi relativi all’immigrazione durante la Conferenza Stato-Regioni. (Link del comunicato)
Vogliamo ricordare ai parlamentari di Fratelli d’Italia, che il flusso nazionale di oltre 100 mila arrivi, che ha avuto inevitabili e consistenti ripercussioni anche in Basilicata, è relativo al periodo gennaio-agosto, e ciò significa che le attuali dichiarazioni del presidente Bardi (al di là dei numeri effettivi che spettano alla nostra Regione) non possono essere assolutamente messe in discussione, in quanto la situazione di 5 mesi fa non è paragonabile a quella odierna. I lucani lo hanno ben compreso.
Alleati un pò riluttanti
Un contegno che inasprisce le relazioni e toglie serietà alla sfera della politica – da sempre arte della “mediazione” – non aiuta nessuno. L’ esercizio frequente in un controcanto pernicioso ed autolesivo, tende a mettere in cattiva luce l’operato di tutto il centro destra, e dimostra un solo dato: la destra lucana è ancora nella fase di opposizione (a se stessa) e non di governo.
Chi ha dunque sbagliato? Non di certo Bardi, che appare l’unica candidatura credibile per la vittoria di un centro destra moderato. Squadra che vince non si cambia! Nella classifica della fiducia verso i governatori, la posizione di Bardi è avanti rispetto a tante altre regioni (Marche, Trentino Alto Adige, Sicilia, Puglia, Abruzzo, Toscana e Sardegna).
In Basilicata, come dimostrano i fatti e i sondaggi, sino a quando non ci saranno persone con lo sguardo lungo, non saranno maturi i tempi per una coalizione a guida destra-centro.
L’ Assessore Galella, nei giorni scorsi ha scritto un post contro la restaurazione e il ritorno di “quelli di prima” come pericolo da sventare. Vogliamo sventare questo rischio? O dobbiamo proseguire lungo il sentiero di un risentimento personale che non aiuta verso il bene comune della nostra regione?
I veri leader sono quelli che uniscono, non che dividono. Capaci di adottare un timbro nuovo che disegni una prospettiva in cui possano riconoscersi tutti i lucani al di là delle appartenenze di partito.
Il problema, dunque, non è Bardi o l’immigrazione, ma la volontà politica di proseguire la stagione del cambiamento senza litigare, con umiltà e mettendo da parte personalismi e rancori.
Basterebbe attingere alle capacità di Giorgia Meloni che sa “mediare” molto bene tra la propria convinzione politica e le esigenze di Stato.
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