HO PRESENTATO UN’INTERROGAZIONE SU ENRICO BUCCI, QUELLO DELL’ANTI-BIODINAMICO
Enrico Bucci è diventato noto per esprimere da anni le sue visioni discutibili sugli argomenti più disparati, passando alla cronaca dei giornaloni italiani, in particolare del Foglio, e in qualche caso addirittura per le decisioni politiche.
Come dimenticare le sue posizioni sulla Xylella? (non è un patologo e nemmeno uno statistico).
Il 21 marzo 2018 è stato invitato come esperto al convegno sulla Xylella dall’Accademia pugliese delle scienze a Bari, dove Giovanni Martelli dell’università di Bari, a capo del gruppo di ricerca pugliese sulla Xylella, lo ha presentato come “un ricercatore che lavora da casa”.
Come dimenticare le sue dotte dissertazioni sull’antiplagio? Nel 2016, come ho riportato nell’interrogazione parlamentare, la Scuola di alti studi IMT di Lucca ha offerto un contratto (senza gara) da 39.900 euro alla società privata Resis di Bucci per tenere un corso sull’integrità scientifica e produrre una perizia che ha salvato il Ministro pro tempore per la pubblica amministrazione, Marianna Madia, dagli elementi riscontrati da “il Fatto Quotidiano” che indicavano un possibile plagio nella tesi di dottorato (tutti copiano in economia, è il singolare argomento con cui Bucci, che pure riscontra le irregolarità, assolve la Madia). Ma anche in questo caso, non ha la minima esperienza nell’ambito dell’antiplagio.
Come dimenticare, soprattutto, le sue grandiose uscite sul glifosato, cioè su uno degli agenti chimici più nocivi per il sistema endocrino e la salute in generale?
Malgrado le evidenze scientifiche della pericolosità del glifosato, erbicida presente nel grano duro estero (in particolare canadese), noto interferente endocrino, riconosciuto dallo IARC come “cancerogeno probabile”, diversi “professori” continuano a propagandare la sua non pericolosità, come ha fatto proprio Enrico Bucci, il 10 febbraio 2019 a Castellana Grotte, in un convegno organizzato dalla Regione Puglia, il quale ha affermato che “c’è persino un autorevole professore qui in Puglia che per far vedere quanto sia innocuo lo beve”.
Ecco, questo personaggio oggi pontifica dalle pagine del giornalone di cui sopra, il Foglio, contro l’agricoltura biodinamica e la sua “lobby”.
Ma quale lobby?
Se c’è una lobby è quella espressione del gruppo informale SETA (Scienze E Tecnologie per l’Agricoltura) che si propone come obiettivo di sviluppare una riflessione originale e a tutto campo sul tema dell’innovazione in agricoltura. Un gruppo che dichiara di aver fiducia nel metodo scientifico (scomodando persino Galileo!) e nella capacità di affrontare e risolvere i problemi con approcci quantitativi. A me sembra un gruppo nato solo per fare propaganda a favore dell’agricoltura 4.0, ogm, nbt, tutte le biotecnologie e della chimica a go go.
Il Bucci non sa, forse, che il biodinamico e le sue procedure e preparati sono espressamente tutelati dalle norme comunitarie, le quali fanno esplicito riferimento anche alla “tradizione”, riconoscendole statuto giuridico (regolamento (UE) 2018/848).
Anche la normativa italiana contempla già l’agricoltura biodinamica e la individua letteralmente come tale e la cita a fianco di altre due, quella convenzionale e quella biologica.
Dalla prima regolamentazione dell’agricoltura biologica in Europa, avvenuta nel 1991, i regolamenti comunitari in materia di bioagricoltura includono sempre l’agricoltura biodinamica (si veda il regolamento (CEE) 2092/91, in cui le preparazioni biodinamiche sono definite appropriate per l’attivazione dei compost).
Il nuovo regolamento comunitario in materia di bioagricoltura (n. 848, approvato il 30 maggio 2018) conferma la precedente giurisprudenza, ma inserisce l’agricoltura biodinamica nell’ambito di quella biologica, nominandola esplicitamente, e all’articolo 3 definisce le sostanze che vi vengono tradizionalmente usate e include i preparati biodinamici nell’elenco delle sostanze dell’agricoltura biologica.
È rilevante il riferimento alla tradizione: questo è un termine che ha una valenza peculiare in diritto e ha un pregio in chiave di diritto consuetudinario, proprio perché il legislatore ha inteso riconoscerlo.
Tutto questo evidentemente non interessa a Bucci.
Forse è anche un esperto giurista? più di quelli italiani ed europei?
Siccome però c’è un limite a tutto, ho deciso di presentare un’interrogazione al ministro della Ricerca e dell’Istruzione Patrizio Bianchi e a quello della Salute Roberto Speranza.
Chiedo loro:
se sono al corrente degli strani incarichi di Enrico Bucci e delle notizie riportate dal Fatto Quotidiano.
se dispongono di notizie circa gli studi realmente conseguiti dal signor Enrico Bucci e riguardo agli atenei con cui collaborerebbe;
se i titoli in suo possesso sono idonei a fargli svolgere determinate funzioni presso istituzioni universitarie pubbliche;
se non ritengano che la pubblicazione di articoli su quotidiani nazionali, soprattutto se riguardano argomenti di un certo spessore, debba recare la firma di veri esperti, titolari di diplomi di studio realmente conseguiti e, quindi, debba provenire da fonti certe;
se, infine, non convengano che divulgare notizie false e tendenziose (per quanto riguarda il glifosato), che sminuiscono la pericolosità dell’erbicida e ne incentivano così l’utilizzo, non metta a rischio la salute pubblica e il territorio.
Ecco il link: http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText..
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